Wednesday, February 22, 2017

L'eredità di Umberto Veronesi: la scienza, l'etica, la dignità della persona umana

Gianmarco Contino:



VERONESI
AGF0
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Il Prof. Umberto Veronesi è stato medico, filantropo, innovatore e intellettuale. È stato tutto questo insieme, in tutti gli istanti della sua vita. Come medico, negli anni '70, ha dimostrato attraverso uno dei primi trial randomizzati in Italia che, in molti casi, fosse possibile curare il tumore al seno attraverso una resezione limitata e senza ricorrere ad un intervento radicale e demolitivo.
Quella scoperta segnò un prima e un dopo dell'oncologia mondiale: dalla massima terapia tollerabile alla minima terapia necessaria. Sarebbe tuttavia riduttivo, limitare il significato di quello studio all'avanzamento di una tecnica chirurgica. Già in quello studio fondamentale, si delineano le direttrici del suo agire che, negli anni, lo vedrà impegnato su temi sociali ed etici, nella promozione della cultura della prevenzione e della ricerca scientifica.
Se, infatti, a segnare le sue ricerche sono il rigore scientifico e la razionalità, a guidare le sue intuizioni vi è un profondo rispetto per la dignità umana e per l'integrità fisica e morale dell'individuo.
Negli anni ha declinato questi principi nella promozione di una medicina costruita intorno al paziente: ha reso le terapie sempre meno invasive nel corpo e nella vita dei pazienti, ha ripensato orari e spazi degli ospedali, ha promosso la cura di sé intesa come approccio olistico alla salute che inizi dalla prevenzione e l'informazione prima ancora che dalle terapie.
Con coerenza ha sostenuto che l'integrità psicofisica dell'individuo dovesse essere onorata fino alla fine, rispettando le volontà espresse da ciascuno attraverso un testamento biologico. Nel senso più ampio possibile ha saputo interpretare il ruolo dello scienziato nella società civile infondendo il suo pensiero di fiducia nel progresso. Questa fiducia gli derivava dalla certezza che la ricerca della verità e il miglioramento della conoscenza siano intrinsecamente etiche e debbano essere messe al servizio di una società più giusta.
Ci lascia una eredità imponente e la responsabilità di continuare il suo lavoro come medici, scienziati e cittadini, nella lotta contro i tumori, nell'avanzamento della conoscenza e nella costruzione di una società più rispettosa della dignità della persona a partire dai più fragili.

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