Sunday, March 15, 2015

Cancro, la sfortuna è non saperlo


Pubblicato su Huffington Post il 6/2/15
Appena un mese fa ci veniva raccontato che il cancro è tutto questione di sfortuna. Con ancora i sensi di colpa per la non propriamente esemplare dieta natalizia, in molti non sono sfuggiti alla tentazione di leggere nel lavoro pubblicato su Science che una sorta di liberazione collettiva. Mangiare sano, muoversi o farsi controllare non serve a niente, se deve succedere, succede.
Il 4 febbraio abbiamo celebrato la giornata mondiale contro il cancro e senza troppe spiegazioni abbiamo ricevuto i rituali inviti alla prevenzione e a migliori stili di vita. Dov'è la verità?
Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, i due ottimi autori della ricerca pubblicata suScience a inizio dicembre, ci avevano raccontato una storia differente che è partita da una osservazione molto semplice: perché più facile avere un tumore del polmone o del colon rispetto, ad esempio, di un tumore del cervello?
Semplificando, possiamo considerare il cancro come una malattia del DNA. Il DNA e' una lunga elica di zucchero e azoto che che contiene le informazioni di base per costituire le nostre cellule. Una macchina quasi perfetta fa in modo che il DNA venga copiato con una quantita' minima di errori (circa 1 su miliardo). Negli ultimi anni abbiamo imparato che le cellule tumorali accumulano un numero straordinario di errori (mutazioni) ed evolvono acquisendo caratteristiche di maggiore malignita' e di resistenza ai trattamenti disponibili.
Come e' possibile quindi accumulare tanti errori tutti insieme? Alla base ci sono due meccanismi principali. Il primo e' costituito da fattori ambientali: stile di vita, fumo, obesita', raggi ultravioletti, virus, batteri possono indurre mutazioni o interferire con i meccanismi di controllo e riparo del DNA, contribuendo allo sviluppo di specifici tumori. Il secondo meccanismo e' legato ai geni: ognuno di noi eredita' un diferente patrimonio genetico che puo' predisporre o meno ad alcuni tipi di tumore.
Tuttavia ambiente e predisposizione genetica non sono sufficienti a spiegare perche' sviluppiamo tumori. A giocare un ruolo significativo sarebbe, secondo questa ricerca, principalmente il caso, ovvero l'accidentale accumulo di mutazioni che si verifica ad ogni ciclo di replicazione cellulare. Per testare questa ipotesi gli autori hanno stimato il numero di divisioni cellulari delle cellule staminali per ogni tipo di tessuto e osservato che li' dove le cellule si replicano piu'velocemente (come nel colon o nel polmone) sia piu' facile avere tumori dei tessuti dove le cellule si dividono piu' raramente (come appunto il cervello)
Quali conseguenze ha questo studio sulla prevenzione e cura dei tumori? Cosa possiamo fare contro la sfortuna di accumulare le mutazioni sbagliate con il passare degli anni?
Ci sono almeno due lezioni che possiamo imparare. La prima è che avere "buoni geni" non ci mette al riparo dai tumori. Se ad esempio i nostri genitori non hanno avuto tumori nonostante stili di vita sbagliati, questo non ci rende immuni da questa malattia e maggior ragione è necessario fare in modo di ridurre il più possibile il peso della "cattiva fortuna" attraverso prevenzione e stili di vita adeguati.
La seconda e' che, invecchiando, e' necessario rimanere vigili attraverso i programmi di screening e semplici controlli suggeriti per la fascia d'eta' perche', se la "sfortuna" capita proprio a noi, possiamo giocare d'anticipo e fare in modo di eliminarla all'inizio quando le possibilita' di cura sono maggiori. Non stupisce infatti che, negli anni 80, fu proprio Vogelstein il primo a definire una precisa progressione genetica da adenoma (un polipo benigno) a carcinoma (il tumore vero e proprio) e che e' alla base del razionale degli screening del tumore del colon.
Gli ultimi dati ci dicono che una persona su due si ammalerà di tumore nel corso della propria vita. Allo stesso tempo la diffusione dei programmi di screening e il miglioramento delle terapie fanno del tumore una malattia dalla quale sempre più si guarisce o sopravvive per molti anni. Secondo il British Medical Journal il 42% dei tumori è attribuibile a fattori ambientali. Il fumo da solo sarebbe responsabile del 19% dei tumori (circa 60.000 nuovi casi ogni anno solo nel Regno Unito).
Le conseguenze di questo studio supportano quindi l'importanza di una attitudine positiva verso migliori stili di vita e una equilibrata cura del proprio corpo che vale in particolare per quei tumori in cui il caso sembra pesare di piu'.
Infine, aggiungo, c'e' un quarto fattore sul quale possiamo agire: e' la conoscenza dei meccanismi che contribuiscono allo sviluppo e progressione dei tumori. La "sfortuna" in fondo e' spesso solo il nome che diamo alla nostra ignoranza.
Il lavoro originale pubblicato su Science lo trovate su:
Variation in cancer risk among tissues can be explained by the number of stem cell divisions
http://www.sciencemag.org/content/347/6217/78.abstract
Questo articolo e' stato commentato sulle pagine di Science da altri team di ricercatori:
Cancer risk: Prevention is crucial
http://www.sciencemag.org/content/early/2015/02/04/science.aaa6462.full
Cancer risk: Tumors excluded
http://www.sciencemag.org/content/early/2015/02/04/science.aaa6507.full
Cancer risk: Role of chance overstated
http://www.sciencemag.org/content/early/2015/02/04/science.aaa6799.full?sid=f988c539-8c70-415d-b232-1cc3e89ddc32

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