Monday, October 19, 2015

"Medici umani, pazienti guerrieri. La cura è questa". In memoria di Gianni Bonadonna

Published on the Huffington Post on 08/08/2015

Gianni Bonadonna, medico oncologo milanese ci ha tristemente lasciato. Per il grande pubblico questo nome potrebbe non evocare molto, eppure sono in molti, donne e uomini in giro per il mondo, che devono a lui anni preziosi di vita.
Nato nel 1934 si laureò in medicina e chirurgia nel '59 a Milano. Dopo un periodo allo Sloan Kettering di New York tornò all'Istituto Tumori di Milano. Fu qui che, negli anni '70, condusse studi che rivoluzionarono le terapie del tumore al seno e il linfoma di Hodgkin e resero l'Italia un faro dell'oncologia Mondiale.
Furono anni gloriosi anche grazie alla collaborazione con Umberto Veronesi che nello stesso Istituto dimostrava come fosse possibile risparmiare a molte donne con il tumore al seno un intervento demolitivo e radicale come la mastectomia in favore di una quadrantectomia.
È proprio in quegli anni che le neoplasie del sangue e il tumore al seno diventarono il modello pionieristico che ci ha permesso di ripensare profondamente le terapia e le prospettive di cura e controllo del cancro a lungo termine. Ancora oggi, quel vantaggio non si è esaurito e i risultati ottenuti in questi campi ci rassicurano su quanto vedremo presto per altri, oggi meno curabili, tipi di tumore.
Gianni Bonadonna seppe dimostrare la sua grandezza anche quando, da paziente, si trovò a lottare con gli esiti di un Ictus. Le pagine della sua vita e dei suoi scritti ci consegnano molte lezioni; tra tutte la più importante è quella dell'unità inestricabile di umanesimo e medicina che il titolo di uno dei suoi ultimi libri riassume molto bene: "Medici umani, pazienti guerrieri. La cura è questa".